Forse questo era un metaepisodio come il secondo, perché c’era così tanta storia che l’episodio è andato in overdose da storytelling ed è collassato sotto il suo stesso peso, come succede al ragno dimensionale che zampetta ogni tanto nello spazio.
Questa puntata è una gran confusione, una lasagna di exposition di personaggi diversi che non aiuta a costruire nessun livello di empatia e percezione delle stakes in gioco. Probabilmente si sarebbe potuta costruire una storia discreta usando solo una frazione delle nozioni introdotte: il barbiere interdimensionale, l’astronave alimentata a storie, le varie divinità delle storie che ricorrono in tutte le culture, il rapporto tra il Dottore e la figlia di Anansi, e soprattutto lo storyteller dimenticato che vuole vendicarsi di chi ha sfruttato le sue capacità ma non ne ha conservato il nome e il ricordo. Ti capisco benissimo, amico, e probabilmente l’autore che ha scritto la sceneggiatura soffre in prima persona di questa patologia comune tra gli scrittori. Ti sono vicino, davvero, però qui hai fatto un pastrocchio.
Il problema principale è che ci sono così tanti livelli successivi che non si fa in tempo ad afferrare quello che sta succedendo ed elaborare le informazioni, che bisogna di nuovo riaggiornarle. E non funziona in quel modo complesso e soddisfacente per cui ogni aggiunta è una prospettiva ulteriore con cui interpretare la storia, ma sembra soltanto di avere particolari in più che non servivano davvero e che portano alla reazione “ah, ok.” E in tutto questo, dei personaggi coinvolti non ci importa granché, perché non sappiamo niente di loro e non sembra davvero giustificato minacciare di distruggere tutta la mitologia umana per salvare quattro sconosciuti. Lo stesso barbiere, che avrebbe potuto essere una figura tragica, nonostante l’intensità dell’interpretazione appare piuttosto capriccioso e incoerente. E la semidea Anansi girl, del tutto random, non sembra avere davvero un motivo per stare lì, e infatti non ho capito come ci è arrivata: è stata lei a istigare tutto, era solo una trappola per il Dottore, ma poi cambia idea?
Alcuni fastidi minori che si aggiungono a tutto il resto: la storiella su Belinda che sembra forzarci l’idea che il Dottore la conosca bene, ma non sembra proprio che ci sia stata l’occasione finora; la comparsa del Fugitive Doctor, di cui però il Dottore non dovrebbe avere alcuna memoria, quindi non può ricordarsi il patto fatto in quell’epoca con Anansi (Davies rimaneggia il canone di Chibnall?); l’effetto di ricrescita istantanea dei capelli involontariamente comico.
Posso comprendere l’ambizione della storia su chi scrive le storie, ma Inua Ellams, autore dell’episodio, ha toppato. Hai visto comunque, mi sono ricordato il tuo nome? Voto: 5/10