Facce di libro e facce di cazzo
Sfrutto questo post per riferire qualcosa che non mi riguarda personalmente, ma è capitato a un mio amico. Mi pare un episodio interessante per dare un'idea delle perversioni dell'attuale Era dell'Informazione.
Circa una settimana fa, questo mio amico (di cui non faccio il nome per ragioni che in seguito appariranno chiare, lo chiamerò soltanto Z) è stato chiamato a casa dalla polizia postale. Cercavano proprio lui, si sono accertati della sua identità e lo hanno invitato a presentarsi da loro per una "chiacchierata". Al telefono non gli hanno detto nulla riguardo la ragione della sua convocazione, rimandando tutto all'incontro di persona. Naturalmente già questo ha causato un certo sconcerto, perché Z sa bene di non aver commesso nessun crimine per il quale si renda necessario "chiacchierare" con le forze dell'ordine. Ma il tono della richiesta era quello che non si può rifiutare, per cui alla prima occasione Z ha preso la macchina e si è fatto un bel viaggetto di un'ora per raggiungere gli uffici della polizia postale.
Arrivato sul posto, Z è stato fatto accomodare e dopo un paio di domande tendenziose, volte in pratica a verificare se raccontava balle (perché sapevano già la risposta), gli è stato chiesto se utilizza qualche social network. L'innocente risposta affermativa ha dato loro la conferma delle accuse in campo: un professore universitario di Z (laureato già da parecchi mesi) ha sporto denuncia verso di lui e tutti gli studenti che gli hanno rivolto ingiure di qualsiasi tipo tramite facebook.
Z ovviamente non ricorda il caso specifico, ad anni di distanza, ma ammette di aver probabilmente mandato cordialmente in culo il prof, dopo essere stato bocciato a un esame, commettendo forse l'imprudenza di scriverlo pubblicamente su facebook. Si parla quindi di qualcosa del tipo:
Z scrive: ma vaffanculo al prof e al suo corso del cazzo!
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Tutto qui. Non ci sono di mezzo minacce, apologie di reato, affermazioni razziste, antisociali, e nemmeno blasfeme. Il professore in questione ha fatto rintracciare tutti gli studenti che hanno scritto frasi del genere e li ha denunciati in blocco. Ancora da vedere se il giudice convaliderà l'accusa, quindi tutto potrebbe finire lì. "Niente di cui preoccuparsi" è stata l'ultima frase dell'agente a Z, "ma è meglio se intanto cerchi un avvocato penalista."
Per cui, per questo giochino per cui non c'è niente di cui preoccuparsi, Z si è preso una notevole strizza, ha persona una mattinata e una somma misurabile tra benzina, autostrada, parchimetro eccetera, e probabilmente dovrà sborsare dell'altro anche solo per un consulto con un amichevole avvocato penalista.
Evito considerazioni che potrebbero apparire superficiali e qualunquiste, ma sono convinto che molti (tutti?) pensiamo la stessa cosa. Questo post, come dicevo all'inizio, vuole essere solo un monito di quello che può capitare a chiunque di voi, un giorno qualsiasi. Dovesse succedere, vi faccio passare da Z il contatto del suo penalista di fiducia.