Da questo mese e fino a tutto luglio, le mie letture in questi rapporti saranno più limitate perché sono impegnato nella lettura di una serie di libri per un premio letterario, di cui chiaramente non posso parlare per non influenzare la giuria, ma che mi occuperanno buona parte del tempo dedicato alla lettura. Poi recupererò al momento opportuno quei libri in un rapporto letture extra, ma se ne parla tra parecchi mesi, e per ora vi beccate solo queste.
Cominciamo col botto perché dopo averl puntato per anni ho finalmente recuperato Futurama e la filosofia di Courtland Lewis (che in realtà è il curatore, ha raccolto articoli scritti da altri autori, più un paio suoi) pubblicato in italia da Blackie, che come si può ben intuire raccoglie una serie di riflessioni ricavabili dalla miglior serie animata ever di cui mi pregio di essere il più preparato fan italiano. La lettura è sicuramente ricca di spunti e permette di riflettere sulle idee che stanno alla base di molti episodi, ma forse in un certo senso si rivolge a un pubblico più casual dei fan assidui come me, infatti le numerose citazioni e le ripetizioni di battute e scene di episodi mi sono sembrate quasi eccessive, visto che le avevo già ben presenti. Tuttavia è sicuramente un mio problema di iperspecializzazione, mentre per lettori/spettatori meno fanatici può risultare illuminante rispetto al valore di Futurama e alla preparazione dei suoi autori. Gli arogmenti toccati vanno dal libero arbitrio all’identità, dal sesso ai paradossi temporali, dalla libertà all’alimentazione, dai limiti della tecnologia alla morte. Rimane un volume di “filosofia pop” accessibile a tutti e che magari può risvegliare un po’ di voglia di Futurama, di cui non c’è mai abbastanza. Voto: 7/10
Lettura casuale che ho scovato non mi ricordo come, There Is No Antimemetic Division è una serie di racconti ambientati nell’universo della SCP Foundation (universo condiviso di scrittura alla X-Files, per intendersi), scritti nel corso di alcuni anni da qntm e qui raccolti in un uinco volume. Queste storie si concentrano in particolare sulla divisione antiemetica, ovvero quella sezione della SCP che si occupa delle entità che attaccano la conoscenza e la memoria, rimuovendo la propria stessa presenza dalla mente: gli antimeme, appunto. La questione è: come combatti un nemico a cui non puoi nemmeno pensare? Che ha già vinto appena ne diventi consapevole? I racconti sono interconnessi con alcuni protagonisti principali e giungono a una minaccia memetica cosmica, in grado di imporre la sua non-esistenza su tutta la civiltà umana… come probabilmente ha già fatto in passato, ma ops ce ne siamo dimenticati. Si tratta di storie ricche di idee, plot twist e mindfuck, ed è stata una delle letture più avvincenti dell’ultimo periodo. E non devo essere l’unico a pensarlo, perché questo libro (con opportune revisioni per sganciarlo dall’universo SCP) uscirà quest’anno pubblicato da Penguin, e le mie fonti dicono che arriverà anche in Italia. In compenso, per volontà dell’autore, i racconti originali rimarranno sul portale SCP, ed esiste già una miniserie su youtube che copre il primo arco narrativo. Leggetelo prima di dimenticarlo. Voto: 9/10
Vabbè, che vi devo dire. Questo è uno di quei libri che non ero sicuro di aver letto, nel senso che ne ho una nozione abbastanza solida, ma se ne parla così tanto che non ricordo più se la mia idea veniva dalla lettura del libro o soltanto dall’averne sentito così tanto. Di fatto non ho una copia precedente di questa nuova traduzione, ma la stessa cosa vale per molti libri ceduti tra un trasloco e l’altro, e non escludo che il me stesso passato potrebbe aver lasciato andare anche un Ursula K. Le Guin. Insomma, in ogni caso una rilettura ci voleva. E come mi è successo in tempi recenti quando ho riletto I promessi sposi, Dune, Solaris, anche con La mano sinistra del buio ho (ri)scoperto qualcosa di più grande di come me lo aspettavo. Di questo libro si è detto tutto e non serve che aggiunga io qualcosa, posso solo segnalare come un aspetto che sicuramente non avevo recepito (se davvero l’avevo letto) era l’importanza e la centralità dell’ambiente, di come il pianeta ghiacciato (non per niente si chiama Inverno) sia una componente essenziale della storia e del worldbuilding, cosa che me lo fa quasi paragonare a Dune in questo senso. Nuff said.
Io non sono il destinatario di questo libro. Avevo accolto con interesse la notizia della pubblicazione di Orbital, il romanzo di Samantha Harvey vincitore del booker prize e tradotto da NNE, ambientato sulla stazione spaziale internazionale. Ma leggendolo mi sono trovato di fronte a qualcosa di estremamente vacuo e asettico. Mi sembra a malapena classificabile come romanzo, nel senso che non ci sono “eventi” in questo libro, non c’è nient che succeda, solo questi astronauti piuttoso stereotipati che se ne stanno lassù a riflettere su come si sta bene nello spazio. Probabilmente il fatto di essere piuttosto abituato alle narrazioni di astronauti e stazioni spaziali mi aspettavo qualcosa di più, ma al di là del mio livello di patenza, qui mi sembra che manchi proprio del materiale. È una raccolta di suggestioni, un lungo tumblr narrativo che poteva durare venticinque pagine e trasmettere lo stesso mood. La scrittura è buona, evocativa e con qualche bella frase motivational, ma chiuso il libro si dissolve come polvere di stelle. Mi aspettavo ben altro, anche senza necessariamente dover spingere sulla hard scifi. Voto: 5.5/10