Siamo ancora a regime ridotto di letture, ma nonostante questo me la cavo ancora bene perché a maggio sono comunque riuscito ad aggiungere quattro titoli al carniere.
Iniziamo con una storia per ragazzi, in questo caso penso che sia meglio parlare di middle grade che di young adult, perché Michelle Cuevas ha scritto un libro dal linguaggio semplice e dal taglio avventuroso, che ha però dei risvolti profondi. The care and feeding of a pet black hole, di cui non citerò il titolo italiano tradotto, è la storai di una bambina che ha perso il padre astronomo e che nel tentativo di mettersi in contatto con lui si trova ad adottare un piccolo buco nero. Inizialmente cerca di tenerlo nascosto, cosa non facile visto che ingoia qualunque cosa intorno a sé, ma gradualmente capisce che può utilizzarlo anche per liberarsi delle cose che le danno fastidio, che odia, o che le fanno male. Come i ricordi e le promesse del padre. Seguirà avventura all’interno del buco nero per recuperare tutto quanto è stato dimenticato. Allegoria limpida, livello umorismo un po’ infantile, ma è pur sempre un libro per ottenni, regaz. Qualche lacrimuccia però la spreme. Voto: 7.5/10
Io non soche mi è preso che in questo periodo mi sono letto una sequela di raccolte di racocnti sul weird andante con mutazioni, gestazioni, ibridazioni e roba schifosa che se non la leggevo stavo meglio (vedi: Otis e Tidbek). Nel senso, non è che abbia una resistenza allo schifo bassa, però ci sono alcune tematiche particolari che mi suscitano un certo vacuore e tutto il processo che va dal concepimento alla nascita rientra tra questi e non ne voglio sentir parlare, a maggior ragione se quelle cose che incubate nei vostri uteri non sono propriamente umane (che già farebbe schifo) ma mostri, animali, bestie. Fortunatamente non Tutte le favolose bestie sono gravide e ci sono anche storie diverse, tutto comunque con una qualche attinenza con animali o creature di qualche tipo. Cartellino giallo per Priya Sharma che però dice qualche cazzatella quando parla di api e di come funzionano gli alveari. Voto: 7/10
Ho letto un fumetto. Ogni tanto succede, tipo una volta ogni tre anni. Per la verità questo mi è stato regalato, perché qualcuno ha pensato che leggere Cancheràs, che racconta della morte di cancro del padre dell’autrice, fosse per me una buona idea. A proposito di buchi neri, no? A quanto pare a maggio volevo proprio soffrire, tra padri e madri. Grazie Barbara Monti e Luca Ralli per il magone.
E finiziamo la measta con Andymon, che ho letto a ridosso del Salone del Libro perché Angela e Karlheinz Steinmuller erano in italia in quel periodo e avrei dovuto presentarli. Si tratta di un cult della fantascienza tedesca premuro di Berlino, la storia di un’astronave in viaggio il pianeta Andymon per una missione di colonizzazione. O almeno così si deduce, perché in realtà all’equipaggio nessuno ha spiegato cosa devono fare. Anche perché sono bambini, che nascono in lotti di otto e vengono cresciuti ed educati dai robot e sistemi automatici della nave. Seguiamo il racconto di uno della prima generazione, che riferisce tutta la sua vita, dall’infanzia nel parco naturale della nave fino alla graduale scoperta dell’ambiente in cui vivono e della destinazione del viaggio. Poi si passa alla terraformazione e alla colonizzazione del pianeta, gestendo non soltanto il mondo ostile ma anche il rapporto con gli altri membri, con scontri ideologici e generazionali. Un libro davvero ricco e attualissimo nonostante i quarant’anni (dove è andato a ripescarlo Del Vecchio non si sa), che posa su solide basi scientifiche ma non si addentra troppo nel tecnico e rimane quindi accessibile. Un esempio di hard scifi profonda e universale, che non soffre di obsolescenza. Voto: 8/10
Tutte le favolose bestie l'ho assolutamente adorato (pur nelle sue imperfezioni). Andymon è in wish list, mi intriga moltissimo.